venerdì 2 marzo 2012

Insieme alla spending review si avvii l’agenda per i giovani


Trascorsi i primi 100 giorni del governo Monti è tempo di bilanci di periodo. Oltre alla credibilità internazionale riacquisita ed oltre le note positive, il Paese ha bisogno di tempo e di altri provvedimenti per intravedere la luce. Con certezza insieme alla spending review evocata dal professore, si auspica un’agenda per i giovani; infatti se da un lato la riduzione delle spese correnti è un must per la sostenibilità del debito e per un futuro migliore per le nuove generazioni, dall’altro è ora necessario emanare semplici ma efficaci provvedimenti in merito.



A tal proposito rifletto su come sia possibile uscire da definizioni come ‘bamboccioni’, utilizzata dal compianto Padoa Schioppa, oppure ‘sfigati’, utilizzata dal vice ministro Martone. Aldilà di queste posizioni, per un giovane laureato/diplomato è più facile e redditizio andare all’estero oppure restare nella ‘culla familiare’, piuttosto che costruirsi una carriera in Italia. Infatti nel nostro Belpaese la mobilità interna è molto limitata, soprattutto per motivi salariali. Ne consegue la necessità di aumentarli, di cui non se ne possono fare carico le imprese. Siamo allora di fronte ad un vicolo cieco? No. Assolutamente no. Un manovra per aumentare il reddito dei giovani fino a 35 anni potrebbe risiedere nella detrazione affitti. Oggi gli effetti sono assolutamente poco significativi. Ipotizziamo invece di individuare tre fasce con le seguenti detrazioni da applicare ai percettori di reddito fino ai 35 anni di età compiuti:



-          la prima fino a 15.000 € con detrazione pari a 2.000 €;

-          la seconda da 15.000 € a 25.000 € con detrazione pari a 1.500 €;

-          la terza da 25.000 € a 30.000 € con detrazione pari a 1.000 €.

Gli effetti di queste detrazioni sarebbero molteplici. Innanzitutto si favorirebbe nettamente la mobilità e l’intraprendenza; infatti nella parte della vita in cui si consolidano le basi della propria carriera professionale il ‘sistema fiscale’ agevolerebbe la flessibilità e l’orientamento a nuove esperienze, grazie ad un beneficio fiscale riservato a coloro che non risiedono in abitazione di proprietà. In secondo luogo un’adeguata politica giovanile orienterebbe le nuove generazioni ad acquistare casa solo dopo aver investito nella propria carriera professionale, allontanandosi di fatto dall’errata convinzione “è più conveniente fare subito il mutuo piuttosto che pagare l’affitto”. Si potrebbe così ritornare ad un concetto di acquisto casa, finanziata massimo al 70%. Inoltre si favorirebbe l’indipendenza: una condizione essenziale per stimolare le nuove generazioni e per liberare le mamme dai cosiddetti ‘bamboccioni’. Infine, considerato che le detrazioni si otterrebbero solo in virtù di contratti d’affitto registrati, il provvedimento sarebbe in grado di combattere in modo efficace l’evasione fiscale dei locatori, che in base alle stime del Sunia (Sindacato degli inquilini) all’anno 2009 è sempre molto preoccupante: risultano in nero 2 affitti su 5 con minori introiti per lo stato pari a € 3,5 mld.

La proposta deve essere necessariamente valutata in relazione ad inevitabili regole di bilancio pubblico. Tuttavia ritengo fondamentale dare un segnale e sforzarsi per agevolare i giovani. Si avvii quindi insieme ad una spending review, in parallelo, un’agenda per i giovani; in questo modo la progressiva e programmata riduzione degli sprechi e delle inefficienze insiti nella spesa corrente dello Stato, potrebbero in parte finanziare provvedimenti per liberare i giovani dalla catene ed orientarli al merito.

Mi auguro che l’invito possa essere colto dal governo, in modo che mensilmente si emani un provvedimento a favore dei giovani, discusso e promosso sulla base di una seria agenda per giovani.

Nessun commento: